11.
"La camporella selvaggia...
Non potrò mai dimenticarla."
I diabolici fratelli attendono Barbara sul loro pickup.
Lei arriva con un vestitino a fiori scollato e dei sandali da trekking leggeri, ma i capelli sempre legati stretti a coda di cavallo e il solito rossetto acceso.
– Sali su, troia, che oggi ti facciamo strillare in aperta campagna! – le dice Horace ridendo.
Barbara non fa neanche più caso a come viene apostrofata, un po' ormai per abitudine, un po' perché sente che in effetti è proprio così che stanno le cose.
Ronnie è alla guida, e parte.
Percorrono alcune miglia di strada verso fuori e poi, prendendo una strada sterrata a lato della statale, risalgono una collina. Ci sono alberi di medio fusto, non troppo fitti, che fanno un po' d'ombra a macchia di leopardo, mentre qua e là compare qualche arbusto.
Si fermano in un punto apparentemente indefinito, intorno non si vedono casupole o baracche per il riparo.
I gemelli scendono e Barbara li segue. Percorrono un sentiero battuto per poche centinaia di metri.
– Baracus! – grida all'improvviso Horace – Chester!
La ragazza capisce che hanno appuntamento con qualcuno.
Compaiono come dal nulla due uomini, uno nero e uno meticcio, più o meno dell'età e della stazza dei gemelli ma anche più corpulenti, vestiti come due straccioni, il primo con solo una salopette da lavoro addosso e il secondo con una specie di boxer a fiori grandi all'hawaiana e una canottiera che forse un tempo era stata bianca.
Si salutano ridendo sboccatamente.
– Avete portato questa principessa con voi, vecchi balordi! – fa il primo.
Barbara sorride per quell'epiteto.
I due li conducono poco più in là, in una specie di piccola radura tra gli alberi, dove alloggia una roulotte scassata, con un tavolo, delle sedie e un divanetto altrettanto scassati all'esterno, sotto una specie di tettoia rudimentale.
– Mettiamoci comodi – dice Chester, con la sua voce roca – ma non tu...
Ce l'ha con Barbara, la quale si blocca in una sorta di imbarazzo da esclusione.
Gli altri si siedono, i gemelli sul lercio sofà, i padroni di casa sulle sedie.
– Vieni qua, principessa... – riprende il meticcio.
La ragazza lo asseconda e si avvicina a lui, mentre gli altri guardano la scena.
Una volta davanti a lui, l'uomo la fa girare prendendola per i fianchi con le sue grosse e rozze mani.
– Ha proprio delle belle gambe tornite a dovere, l'avete fatta lavorare sodo eh?
– Beh si – risponde Ronnie – l'abbiamo messa sotto...
– I risultati si vedono... – riprende Chester, che poi si rivolge a Barbara – Alza il vestitino, principessa!
Lei esegue con un po' di apprensione.
– Eh sì – replica Baracus, che ammira le natiche della ragazza – l'avete anche marchiata, ottimo...
– Ok, adesso toglitelo e vieni nella roulotte con me, vediamo come te la cavi – riprende l'altro.
Gli altri sghignazzano. Barbara fa quello che le viene chiesto, ma ancora con qualche riserva.
Si toglie l'indumento da sopra e lo lascia cadere in terra, sull'erba.
Il meticcio la sospinge leggermente verso l'antro del vecchio veicolo.
Entrano, prima lei poi lui.
Dentro c'è una branda, vecchia e ovviamente non pulitissima ma grande, che occupa in larghezza tutto l'abitacolo.
Chester spinge Barbara con forza sul materasso, che cigola.
La ragazza si ritrova carponi. Guarda avanti, come a volerlo evitare.
– Non devi avere paura, principessa, voglio solo divertirmi con te...
Lei non replica.
Il tizio le si avvicina, salendo con le ginocchia sul materasso.
Le sfila lentamente il perizoma.
Barbara deglutisce. Qualunque cosa possa volerle fare, è troppo tardi per evitarla.
Con una insospettabile delicatezza invece, lui inizia ad accarezzarle la pelle.
Poi si sofferma sui glutei. Li maneggia. Li stringe.
All'improvviso le molla sue ceffoni sulle natiche, sonori ma non dolorosi.
Ci sa fare il dannato.
– Ho concesso fin troppo alla tua riluttanza, principessa, non ti ho messa a pecora per farti le coccole...
Così detto, in un attimo appoggia il suo arnese al ventre di lei, la prende per i fianchi e la penetra.
– Oddio, ma è enorme! – strilla Barbara.
Da fuori si sentono delle risate.
L'azione è subito feroce. Il meticcio la sbatte con tutte le forze, senza convenevoli.
– Oddio! Oddio! Oh mio dio!
Lui non parla. Con la sua incredibile forza la spinge avanti e indietro come un fuscello.
– Oooh! Oooh! Oooh! Oddio!!
La ragazza prova a resistere con tutta se stessa ma quella brutalità, superiore anche a quella del taglialegna, mano a mano la demolisce.
– Ooooooooh!!!!!
– Sei già venuta, principessa? – le sussurra lui mentre continua a sbatterla.
– Oh mio dio, sì! Ooooooh!!!
Il cigolio delle molle segue il ritmo forsennato che il meticcio impone all'amplesso.
Le braccia di Barbara cedono, il viso cade sul materasso e struscia sulle vecchie lenzuola che puzzano di grasso per ingranaggi.
– Aah... aah... aah... aah... aah... aah...
La presa del tizio sui fianchi si fa ancora più forte, e insieme più veloce e potente lo stantuffo.
– Aah... aah... aah... aah... – guaisce lei in un crescendo – aah... aah! aaah! aaaahh! aaaaahhh!!!
– Vieni di nuovo, sgualdrina!
– aaaahh! aaaahh! aaaahh! aaaaahhh! aaaaaahhhh! aaaaaaaaaahhhh!!!
Il bruto si ritiene soddisfatto dal nuovo successo, tira fuori l'arnese e dopo averlo scosso per alcuni secondi lancia il suo seme sulla schiena di Barbara, rimasta ad ansimare per il godimento e la fatica.
Poi con uno straccio la pulisce e senza dire una parola, si alza ed esce dal trabiccolo.
Dopo pochissimi minuti gli dà il cambio Baracus.
La trova ancora riversa a faccia in sotto.
Quello si abbassa la pettorina e si sfila i pantaloni, rimanendo con le scarpe da lavoro. Prendendo la ragazza per il braccio sinistro la tira su, poi la gira di fronte a se. Sono entrambi sulle ginocchia.
Barbara lo guarda, cercando di scrutare quale intenzione possa avere il nero nei suoi riguardi.
È già abbastanza eccitato, forse per via dei gemiti e dei rumori che aveva sentito poco prima, tuttavia afferra il polso destro di lei e la induce a prendere in mano il suo membro, con lo scopo di portarlo ad una erezione completa.
La ragazza accondiscende, accorgendosi però ben presto che oltre a una lunghezza ragguardevole lo spessore è davvero molto oltre la norma.
– Brava principessa, adesso sì che è duro il necessario.
– Il necessario a cosa? – chiede lei sottovoce, mentre la sua mano ancora si muove.
Baracus non proferisce parola.
La stringe in una sorta di abbraccio, che la cinge all'altezza del diaframma.
La solleva di peso di qualche decina di centimetri dalla superficie del materasso.
– Apri le cosce, da brava.
Barbara esegue. Lui a quel punto la fa scendere, adagiandola in modo da poterla infilzare col suo dardo.
– Oooh! – guaisce lievemente lei mentre la punta dell'attrezzo inizia ad entrarle dentro.
In un attimo però l'ha già riempita, violentemente.
– Ooooooooooh!!!
– Hai proprio una bella figa stretta, principessa, vedrai come te la scavo per bene...
Lei si stringe con le braccia intorno a lui, che intanto ricarica il colpo, sollevandola e lasciandola cadere di nuovo come poco prima.
– Oh mio dio!!!
Dopo alcune ripetizioni di questa mossa, le pareti interne della ragazza incominciano a dilatarsi.
– Oooooooooooooohhhh!
Barbara chiude gli occhi. I due corpi stretti l'uno all'altro iniziano a sfregarsi con sempre maggiore velocità e veemenza.
– Ooh... ooh... oddio! – geme lei – ooh... ooh... ooh... ooh...
Le sue dita si aggrappano alle carni della schiena del nero, che non fa che aumentare la cadenza.
– Ooh... ooh... ooh... ooh... ooh... ooh...
– Lo sento che stai venendo come una vera sgualdrinella!
– Oh mio dio! Oh mio dio! Oddioooo!!!
– Tieni qua!
– Oooooooooooooohhhhh!!!!! – grida Barbara con gli occhi spalancati – Oooooooooooooohhhh...
Dopo pochi secondi di tregua, l'uomo la stende schiena al materasso.
Senza uscire da lei ricomincia a vessarla affondando dei colpi forti e ravvicinati, mentre si tiene sulle braccia, con le mani a destra e a sinistra del collo della ragazza poco oltre le sue spalle, come per bloccarla.
– Aaaaaaahhh... – mugola prolungatamente Barbara – Aaaaaaahhh... aaaaaaaahhh...
– La sentite come gode, là fuori?
– Eh eh eh, certo che la sentiamo! – ribatte Horace.
Il ritmo incredibilmente aumenta ancora.
– Aaaah... aaaah... aaaah... aaaah...
E ancora.
– Aaah... aaah... aaah... aaah... aaah...
Al fulmicotone, con un vigore incredibile per un uomo quasi anziano.
– Aahh... aahh... aahh... aahh... aahh... aahh... aahh...
I seni della ragazza sobbalzano avanti e indietro velocemente.
– Vengo... aahh... aahh... aahh... vengooo... vengoooo!!!
Mentre dice così, il tizio come il suo compare esce da lei, le punta il membro addosso e le schizza ovunque, dall'addome al collo, mentre lei continua a gemere, col fiatone.
Solito straccio, solita pulizia veloce.
Esce lui e si fa avanti Horace.
La sistema di nuovo a carponi.
– Loro si sono presi la tua fica, ma il tuo culo è solo nostro...
Detto questo, afferra e divarica le natiche di Barbara con le mani, poi fa colare della saliva sul buchino.
Lo stuzzica con due dita, ma i molteplici orgasmi precedenti della ragazza ne hanno reso le pareti già abbastanza rilassate. Appena se ne rende conto, tira fuori il suo arnese, glielo appoggia e inizia a spingere.
– Ooooooooohhh!!! – mugugna la ragazza a denti stretti – Oh mio dio!!!
Subito inizia a montarla con foga.
– Ooooohhh... oooooohhh... oooooooooohhh...
Horace le tiene la testa attaccata al materasso con la sua possente mano, mentre spinge con costanza.
– Oddio... oooooohhh... oooooooohhh...
All'improvviso lo tira fuori e subito lo rimette dentro.
– Aaaahhh! – strepita lei.
Di nuovo fuori e poi dentro.
– Aaaaahhh!
Ancora una volta, fuori e dentro.
– Aaaaahhh!
Poi la afferra forte per i fianchi e le scarica addosso tutta la sua irruenza, velocissimo.
– Aaah... aaah... aaah...
– Prendilo tutto, sgualdrina!
– Aaah... aaah... aaah... aaah...
– Stai venendo come una troia!
– Oh si! Aaah... aaah... aaah... vienimi dentro, Horace!
– Tieni qua!!!
– Aaaahhh... aaaaahhh... aaaaaaahhhh... aaaaaaaaaahhhhh!!!
L'uomo le esplode all'interno, tenendola con forza addosso a se, fino all'ultima goccia.
– Aaaaaaaaaaaahhhh!!! – grida lei, grondando dal ventre il liquido trasparente del suo ennesimo orgasmo.
Horace esce trionfante dalla roulotte, tra le risate sguaiate degli altri.
Per alcuni minuti Barbara rimane sdraiata sul letto.
– Vieni qua, sgualdrinella! – dice Ronnie a voce alta.
La ragazza esce da quel lurido tugurio, dopo essersi rimessa addosso solo le mutandine.
– Avvicinati... – le fa quello, mentre si sbottona i jeans.
Una volta giunta al suo cospetto, Barbara lo guarda negli occhi in attesa di disposizioni.
– In ginocchio... apri la bocca...
Lei esegue ossequiosamente. Chiude gli occhi.
L'uomo si alza dalla sedia, si mette di fronte a lei e subito le infila la verga oltre le labbra, spingendo lentamente la testa della ragazza dalla nuca, con la coda di cavallo tra le dita.
– Mpfh... mmmh... mmmh... – mugola lei.
Il membro dell'uomo si va a ingrossare fino all'erezione completa.
Barbara lo inghiotte con passione, si aggrappa alle gambe di Ronnie.
Ma a quel punto i due padroni di casa si avvicinano, mettendosi uno a destra e uno a sinistra.
Anche loro estraggono la propria dotazione.
– Succhialo anche a noi, principessa – esordisce Chester.
L'altro annuisce.
Barbara non fa una piega e inizia a massaggiarli, ognuno con una mano.
Baracus le afferra la coda e la induce a prendere in bocca il suo.
– Mmmh... mmmh... mpfh!
Poco dopo è il turno del meticcio, che fa lo stesso.
La ragazza non ha tregua. Passa di nuovo a Ronnie, che glielo spinge fino all'ugola.
– Mpfh! Mpfh! Mpfh! Mpfh!
Gli occhi di Barbara si gonfiano di lacrime.
– Guardatela come è brava... – dice il suo primo padrone.
– Ahahaha! – ridono gli altri all'unisono.
Il brutale rapporto orale va avanti per diversi minuti.
– È ora che venga umiliata... – suggerisce Horace che è rimasto seduto a gustarsi la scena.
I tre accolgono il suggerimento.
Ognuno prende in mano il proprio membro e lo punta su di lei.
– Sei pronta, lurida troietta? – le fa Ronnie.
Barbara annuisce, protendendo il mento e il petto in avanti e chiudendo gli occhi, come per consegnarsi a dei vincitori.
In breve, uno ad uno, i quattro rilasciano i loro getti verso di lei.
Il viso, soprattutto la bocca spalancata e la lingua tirata fuori, il collo, il seno, nulla viene risparmiato.
– Aaaaaahhh! – geme lei, di soddisfazione.
Una volta scaricate tutte le secrezioni sulla ragazza, gli uomini le rimangono attorno.
– Non credo di aver mai visto una puttanella così felice di venir ricoperta di schizzi... – dice il nero.
"Ormai sono una bambolina nelle loro mani.
Mi hanno fatta scopare dai loro amici neri, senza alcun riguardo, anzi.
E quelli sono stati duri con me. Solo che io ho goduto lo stesso. Tanto.
I maledetti gemelli mi sono entrati nella testa, hanno capito meglio di me come è fatta.
Non so dove mi porterà tutto questo."
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